Tra i ghiacci di Svalbard, al Polo Nord

Se anche voi avete sempre sognato di raggiungere il Polo Nord, allora è a Svalbard che dovete andare.
Svalbard è un arcipelago del mar Glaciale Artico amministrato dalla Norvegia e attualmente sono le terre abitate più a Nord del pianeta. Certo, dire abitate è veramente un parolone, perché la popolazione totale delle isole Svalbard è poco più di 2.500 persone. L’80% di queste vive nel centro di Longyearbyen che si trova a Spitsbergen, l’isola più grande dell’arcipelago.

Quando andare

Per godere della luce durante le ore notturne, consiglio di andare tra Aprile e Maggio. Se andrete prima farà troppo freddo e ci sarà buio, dopo invece, i ghiacci cominceranno a sciogliersi in alcune zone e non sarà quindi possibile praticare determinate attività. In questo periodo la temperatura minima è di -3 e la massima non sale mai sopra lo zero. Il periodo di luce notturna va da Aprile ad Agosto, quando la notte polare inizia a prendere il sopravvento.
Io approfittai di un lungo viaggio in Svezia e Norvegia per prendere un aereo da Oslo e atterrare al Polo Nord. Dopo circa tre ore di volo, arrivai a Longyearbyen all’1:30 di notte. Era metà maggio e il sole di mezzanotte splendeva alto nel cielo.

Dove alloggiare

Per dormire a Longyearbyen ci sono alberghi, ostelli e airbnb disponibili. Io scelsi di affittare un appartamento trovato su internet. L’arredamento era tipicamente nordico e minimal, piuttosto Instagram direi. Mi raccomando, se odiate la luce mentre dormite, armatevi di mascherina per gli occhi; sarà la cosa più preziosa del mondo. Le foto qui sotto sono state scattate alle tre di notte. Molte case sono attrezzate per ovviare al sole di mezzanotte, sigillando le finestre in modo da creare un buio interno totale. Altre invece no. Posso assicurare che è destabilizzante andare a letto di notte, quando fuori sembra mezzogiorno.

COSA FARE

A mio avviso tre o quattro giorni sono assolutamente sufficienti per visitare Svalbard. Il posto è piccolo e si gira in fretta. La maggior parte delle isole non è abitata e ricoperta di soli ghiacci, quindi inaccessibile.

Escursione nelle grotte di ghiaccio
Quando la guida disse che saremmo andati nelle grotte di ghiaccio, non so perché, ma ero convinta che avremmo fisicamente camminato dentro a delle caverne ricavate nel ghiaccio stesso, fatto due foto e ciao. Invece no.
Dunque partiamo, con la jeep arriviamo a valle del ghiacciaio e lo scaliamo coi nostri scarponi e racchette, per una buona ora – forse di più – alla ricerca di queste grotte. Siamo armati di fucili anti orso polare, perché di attacchi agli uomini ne succedono spesso in mezzo ai ghiacci. Ad un certo punto però, la guida si ferma davanti ad un buco nel terreno dicendo «Siamo arrivati», esortandoci a calarci dentro al buco stesso. Tutto quello che fa è assicurare ad un piccone piantato nel ghiaccio, la fune che avremmo dovuto usare per scendere, ci mette una torcia in testa e quindi via, giù nel ghiacciaio.

Il percorso sotterraneo è lungo e impervio, senza uscita, se non quel buco da cui si entra, buio e per la maggior parte del tempo, scomodo. I tunnel scendono per molti metri sotto terra, sono spesso strettissimi e si passa solo se si cammina di lato, restando quasi incastrati tra le pareti, in certi punti i soffitti sono così bassi da dover strusciare come un serpente per passare oltre, alcune volte bisogna letteralmente arrampicarsi sul ghiaccio, altre si deve slittare sul sedere per continuare la discesa, il tutto al buio completo, leggermente illuminato dalla torcia sulla testa e nello scivoloso e freddo ghiaccio. In alcune zone, per la gioia di tutti i vostri arti, si potrà comodamente stare in piedi. In ogni caso, se soffrite di claustrofobia o qualsiasi altra fobia che vi farà stare male in luogo simile, vi consiglio vivamente di evitare questa escursione. Invece, se anche a voi piacciono le cose estreme, questo è quello che fa per voi. Io personalmente mi sono divertita tantissimo.

Giro in slitta coi cani
Un giro sulla slitta trainata dagli husky va fatto se sei a Svalbard. Ci sono varie compagnie che organizzano dog sledding, forniscono pick up e drop off da Longyearbyen, tuta e occorrente da slitta e, arrivati in loco, ti buttano in mezzo a una cinquantina di cani lupo che abbaiano. Ti spiegano cosa fare dall’inizio alla fine, come mettere il guinzaglio al cane, come domarlo se si innervosisce, gli ordini da gridargli una volta sulla slitta e come manovrare la slitta stessa. Non è certo una passeggiata, lo ammetto.
Io sono una gattara convinta e non mai avuto un gran feeling coi cani, eppure questi husky erano meravigliosi, chi più chi meno docile. Ammetto però che, per praticare, mi sono andata a cercare il cane che sembrasse meno feroce.

Guidare la slitta è faticoso, bisogna tener conto di una marea di cose. Il momento peggiore è quando i cani vogliono giocare (almeno spero che volessero giocare) e si ingarbugliano tra le loro funi e allora devi scendere dalla slitta e sbrogliargli le zampe, mentre ringhiano tra loro e non collaborano. Si va in due, uno dei quali sta dietro in piedi e l’altro seduto, per poi scambiarsi i ruoli a metà strada.

Lo spettacolo mentre si corre sul lungo percorso in mezzo ai ghiacci è mozzafiato, sicuramente una delle esperienze più belle della mia vita.

Gita a Barentsburg
Abbiamo preso una nave rompighiaccio e siamo partiti alla volta di Barentsburg, la parte russa del paese, raggiungendola dopo 2/3 ore di viaggio. Questo è infatti l’unico modo per raggiungere la città, il secondo insediamento in termini di popolazione sull’arcipelago (circa 850 persone), costituita esclusivamente da minatori russi e ucraini. Se soffrite di mal di mare vi consiglio vivamente di portare con voi dei farmaci che vi aiutino, perché il mare, dapprima calmo e piatto, diventa generalmente sempre più mosso, e le onde (mai viste prima di così grandi), riescono a raggiungere l’interno della nave.

La sensazione è quella di camminare in una città fantasma, per le strade desolate si incrocia veramente pochissima gente e gli edifici si contano sulle dita di una mano. Non c’è molto da vedere, l’immancabile statua di Lenin come in ogni città comunista, una scuola, una piccola chiesa, un hotel, l’ufficio postale, ma è interessante vedere come qui tutto scorra lento e silenzioso. Come in molti altri posti dal retaggio sovietico, sembra davvero che il tempo si sia fermato, che la modernità non sia mai arrivata, è inquietante. A Barentsburg si accede solo tramite tour organizzati con una guida locale russa, che vi condurrà per la piccolissima città.

Longyearbyen
Longyearbyen è altrettanto piccola, ma la più popolata delle isole Svalbard. Lo stile è quello nordico in tutto e per tutto, le case di legno coi tetti spioventi, sono colorate e tutte uguali. Non aspettatevi nulla di speciale, è una città silenziosa e tranquilla, c’è poco e niente, pochi ristoranti, pochi bar, un solo supermercato, un museo, l’università e poco altro. Durante i mesi invernali di notte polare, la maggior parte della popolazione scende in Norvegia e torna a Svalbard solo da aprile a settembre. La città si gira tutta a piedi in pochi minuti, non c’è nessun mezzo pubblico di trasporto, se non lo shuttle bus dall’aeroporto alla città, coi suoi orari definiti. Chi vive qui percorre le strade coi 4×4 o con le motoslitte, perché solo pochissime strade sono asfaltate.
Sulle isole non si può nascere e nemmeno morire, è la legge. Le donne incinte vengono trasferite in Norvegia durante le ultime settimane della gravidanza, perché l’ospedale non è sufficientemente attrezzato per i parti (come per molti altri tipi di emergenze). Lo stesso accade a chi raggiunge l’età pensionabile, viene spedito sulla terraferma, perché non si può morire a Svalbard.

Girando per la città potrete incontrare spesso renne che passeggiano indisturbate, è assolutamente la norma qui.

Non incontrerete invece gli orsi polari, che non si avvicinano ai centri abitati. Il perimetro delle città è delimitato da cartelli di pericolo raffiguranti gli orsi bianchi su sfondo nero, segnali che demarcano la zona sicura, oltre la quale è rischioso andare.

Se avete intenzione di oltrepassare queste delimitazioni, dovrete allora, obbligatoriamente secondo la legge, armarvi di fucile, da usare per difendervi in caso di aggressioni da parte dei feroci orsi, che non sono affatto rare. Nonostante questo gli orsi sono iper protetti e tutelati.

Cibo

Sorprendentemente non ho fotografato nessun cibo, ma giuro che ho mangiato (cosa non difficile da credere)! Il cibo è per lo più il tipico cibo norvegese, salmone e pesce a volontà, carne di foca o renna (buonissime!) e per colazione si trovano tranquillamente latte e brioche. La COOP di Svalbard è molto fornita, quindi, se alloggiate in airbnb o in appartamento, potrete prendere in considerazione di fare la spesa e cucinare da voi.

Prezzi

Non nego che a Svalbard i prezzi sono folli. Se pensate che la Scandinavia sia costosa, allora duplicate o triplicate le somme e avrete quello che si spende qui. Decisamente non è una vacanza budget, è tutto molto caro, dall’alloggio, alle escursioni, al cibo.

Perché andare a Svalbard

Ho amato Svalbard come pochi altri posti al mondo. Non è la solita vacanza da capitale europea, dove dopo aver scattato quattro foto, ti fermi a prendere un caffè (io non lo faccio comunque, ma so che molti sì) e sicuramente non è una vacanza per tutti. Fa tanto freddo, le escursioni sono abbastanza estreme e le comodità poche, ma posso assicurare che l’esperienza vale tutti i singoli sforzi. È davvero la vacanza che non dimenticherete mai.
Vi troverete letteralmente in testa al mondo, non vi basta come motivazione per partire?


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8 thoughts on “Tra i ghiacci di Svalbard, al Polo Nord

  1. Se il tuo obbiettivo è quello di portarci con te in giro per il mondo, lo hai centrato in pieno! Meraviglioso tutto…a partire da te, i luoghi, le foto e la dettagliata descrizione da leggere tutta di un fiato! Complimentissimi!!!

  2. Allora è vero che non si può morire al Polo! L’avevo sentito in una serie tv (peraltro discutibile) ma pensavo fosse frutto degli autori! Comunque a parte queste ciance tu sei bravissima e altroché se viene voglia di partire!

  3. Ho fatto la doppia laurea a Stoccolma e quindi una immancabile gita a Kiruna, sopra il circolo polare artico: concordo sul fatto che la slitta trainata dai cani sia stata una delle esperienze più belle della mia vita

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